Seguono gli articoli relativi alle attività della
Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova:
Il Corso di Alta Formazione per Attore offre una preparazione approfondita nei vari aspetti che compongono il
mestiere
di attore.
Il piano didattico prevede che ogni allievo impari a sfruttare le proprie potenzialità espressive grazie a un
allenamento
specifico del corpo, della voce e della parola, ad acquisire consapevolezza delle intime motivazioni del proprio
personaggio,
a costruire l’azione scenica in base ai rapporti, a sviluppare la propria creatività collaborando con un regista, ad
arricchire
e ampliare le conoscenze culturali attraverso lo studio anche teorico dell’Arte Drammatica. Al termine del Corso
l’allievo
è quindi in grado di interpretare personaggi della drammaturgia di ogni epoca, siano essi brillanti, drammatici o
tragici,
in produzioni teatrali, cinematografiche e televisive. Se dotato di una particolare attitudine per il canto o la
danza, deve
poter arrivare a sostenere parti cantate o danzate. A complemento della formazione, dovrà saper padroneggiare la
lettura dei
versi, conoscere i capisaldi della storia del teatro (drammaturgia, sociologia dello spettacolo, teorie sulla regia
e l’arte
dell’attore) e le regole che governano la disciplina di palcoscenico. Il Corso che ha una durata di due anni (1.200
ore di
lezione per ciascuna annualità), prevede l’obbligo di frequenza a tutte le materie e di partecipazione a tutte le
attività
formative, di ricerca e di spettacolo programmate dalla Scuola. Le lezioni si svolgono dal lunedì al venerdì per un
massimo
di 9 ore al giorno (dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 19). Il corso è riservato a un numero massimo di 12 allievi. La
frequenza
alla Scuola è gratuita grazie al sostegno di Regione Liguria, e si svolge in convenzione con l’Università degli
Studi di Genova:
nel biennio sono inseriti, quali obblighi didattici, uno o più moduli formativi (scelti dalla Direzione della
Scuola) tra gli
insegnamenti dei corsi di Laurea Triennale in Lettere e della Laurea Magistrale in Letterature Moderne e Spettacolo.
L’iscrizione
a questi moduli è a carico del Teatro. Il superamento degli esami relativi consente agli allievi di acquisire fino
un massimo
di 18 crediti formativi, riconoscibili in caso di regolare iscrizione presso l’Università di Genova. Gli allievi
sono
coinvolti nelle produzioni e in tutte le manifestazioni culturali del Teatro: viene infatti programmata la loro
partecipazione
alle prove degli allestimenti, sono invitati alle conferenze stampa, e prendono parte alle attività di accoglienza
del pubblico.
Al termine dell’intero percorso il Teatro Nazionale di Genova conferisce un Diploma di Qualifica professionale.
Il nuovo Bando per il Corso di Alta Formazione per Attore sarà disponibile nell’autunno 2023.
Il Corso Propedeutico di 250 ore fornisce una preparazione di base ed è finalizzato a vagliare le attitudini. Al
termine del Corso la
Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova indice un’audizione per accedere a un
Corso di Qualificazione per Attore di 1200 ore seguito da un Master di circa 700 ore. Tutti i corsi sono gratuiti.
Struttura del Corso Propedeutico:
Le lezioni avranno inizio il 1° ottobre, la frequenza è obbligatoria con un impegno minimo pomeridiano di 5 ore
giornaliere dal lunedì al venerdì. Le materie di insegnamento sono: recitazione, ortoepia e dizione, educazione
della voce, tecniche corporee. Al termine del Corso viene rilasciato un Attestato di Frequenza.
Requisiti per l'ammissione: età compresa fra i 18 e i 30 anni compiuti; obbligo scolastico; superamento della prova
di selezione in cui il candidato è tenuto a presentare:
• un brano (monologo o scena dialogata) della durata di non oltre 5 minuti, tratto da un testo teatrale pubblicato,
di autore noto. Non si accettano brani estratti dalla narrativa;
• una poesia di autore italiano noto. Tutte le prove vanno eseguite a memoria. Il candidato è inoltre pregato di
portare con sé i libri da cui ha tratto i pezzi scelti.
Le iscrizioni sono aperte dal 3 giugno e si chiudono improrogabilmente alla mezzanotte del 21 giugno 2015. Le
domande pervenute dopo questo termine non potranno essere accettate (farà fede data e ora riportate sul fax o sulla
e-mail). Non è richiesta alcuna tassa d’iscrizione. Per iscriversi è necessario compilare, in modo chiaro e
leggibile, il modulo di iscrizione scaricabile dal sito e inviarlo, insieme a copia del documento di identità
fronte/retro e del codice fiscale, via e-mail in un unico file *.pdf a scuola.recitazione@teatrostabilegenova.it
oppure via fax al n° 010 5342514. Non saranno accettate altre modalità di iscrizione.
Entro il 26 giugno la segreteria della Scuola contatterà telefonicamente i candidati per concordare la data della
prova. Le selezioni avranno inizio il 3 settembre 2015 e si svolgeranno a Genova al Teatro della Corte, Viale Duca
D’Aosta (zona Stazione Ferroviaria di Genova Brignole).
La Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova è molto nota tra gli aspiranti attori che ogni anno da tutta
Italia provano a superare le selezioni per frequentare i corsi offerti, tutti gratuiti e con obbligo di frequenza.
L’offerta formativa è piuttosto articolata. C’è un Corso Propedeutico per attore di 250 ore, a carico del Teatro
Stabile di Genova, che rilascia un attestato di frequenza; c’è un Corso di Qualificazione per attore di 1200 ore
finanziato dalla Provincia di Genova, che rilascia un attestato di qualifica di attore; infine, un master di circa
700 ore, a carico del Teatro Stabile di Genova, la cui ammissione è riservata a chi è in possesso del diploma di
qualificazione e che rilascia un attestato di master. Per saperne di più abbiamo rivolto qualche domanda alla
direttrice della scuola, Anna Laura Messeri.
Quali sono i requisiti per accedere ai vostri corsi?
Per il Corso Propedeutico bisogna avere almeno 18 anni (senza aver superato i 30) e aver assolto l’obbligo
scolastico.
Anche per il Corso di Qualificazione bisogna avere almeno 18 anni, ma non ci sono limiti massimi di età.
In cosa consistono le audizioni?
Nell’esame per il Propedeutico chiediamo semplicemente si reciti una poesia italiana e un pezzo di teatro (un
dialogo o un monologo), invece per il Corso di Qualificazione, oltre a un dialogo e un monologo (ambedue
obbligatori) si chiede anche una canzone, un pezzo della Divina Commedia e un colloquio riguardante la Storia del
Teatro.
Quando esamina i candidati, da cosa viene colpita?
Diciamo da chi abbia vitalità o presenza scenica, ma è una domanda un po’ complessa, non si risponde con facilità.
Logico, tutti hanno dei difetti quando si presentano, quello che conta all’inizio è che abbiano la carica giusta.
La scuola avrà svolto la sua funzione se chi ne esce avrà...?
Avrà eliminato quei difetti che livellano un po’ tutti i dilettanti. Precisiamo: noi non creiamo degli attori, diamo
la possibilità di diventarlo. Speriamo che da qui i ragazzi apprendano un gusto teatrale e un approccio serio alla
professione, che capiscano l’importanza dell’impegno e che non si può darla ad intendere. Vorrei che sappiano
approfondire le ragioni di un personaggio, il perché di quelle battute, e poi che imparino ad usare i propri mezzi
espressivi (corpo, voce, dizione) per tradurre in fatto teatrale la suggestione che arriva dalla lettura di un
personaggio, di una scena.
Riuscire ad affermarsi è difficile, per chi vale la pena provare?
Ma per tutti quelli che lo vogliano, purché questa necessità risponda ad un impulso fisico, al desiderio di usare
tutto se stesso per trasmettere emozioni e non certo per avere la foto sui giornali, insomma.
Un po' di storia: già a partire dagli anni '60 il Teatro si dotava di una Scuola d'Arte Drammatica che sviluppava la
propria strategia didattica attraverso le esperienze di vari registi fra cui Anna Laura Messeri, Mina Mezzadri,
Carlo Cecchi, Egisto Marcucci e Marcello Bartoli. Fruendo delle esperienze maturate, nel 1981 la Scuola ha trovato
una stabile struttura didattica e organizzativa sotto l'egida della Regione Liguria e della Provincia di Genova,
costituendosi come
Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova. Come tale, rientra nei Corsi di
Formazione Professionale e attinge al pubblico finanziamento costituito dal Fondo Sociale Europeo (FSE). Dal 1999 il
corso cambia struttura interna e integra la sovvenzione con un contributo a carico dello stesso Teatro Stabile di
Genova. Dal 1981 al 2012 la Scuola ha diplomato 243 allievi; fra i tanti ricordiamo i registi Marco Sciaccaluga e
Giorgio Gallione, poi naturalmente Tullio Solenghi, Elisabetta Pozzi, Enrico Campanati, Valerio Binasco, i
Broncoviz, il duo Luca Bizzarri - Paolo Kessisoglu, Maurizio Lastrico e il drammaturgo Fausto Paravidino. Alcune
note Compagnie autonome sono formate da ex-allievi. Tra queste: URT, Gank, Narramondo, NIM-Neuroni in Movimento.
Oggi la Scuola fornisce al Teatro la maggioranza della Compagnia Stabile.
La Scuola dello Stabile di Genova fra teatro e cinema di Aldo Viganò.
Tra le tante insufficienze che lo contraddistinguono ormai da troppo tempo, il cinema italiano degli ultimi
decenni ha però un merito: quello di aver saputo rinnovare il proprio “parco” attori, attingendo non più solamente
agli effimeri successi degli show televisivi o all’occasionalità della ”strada”, ma sempre più guardando al teatro e
alle molte scuole di recitazione che ne alimentano il rinnovamento.
Attori sovente competenti e preparati, anche ben disponibili a confrontarsi con il mezzo cinematografico, se solo
gli sceneggiatori fossero in grado di scrivere per loro dialoghi pronunciabili, i registi avessero la capacità di
dirigerli e i produttori si impegnassero a metterli alla prova. Certo, anche se il teatro non è il cinema e le
diffidenze reciproche sono ancora molte, lavorare
con attori che possiedono almeno i rudimenti del mestiere, permetterebbe di far vivere sullo schermo dei personaggi
non necessariamente sottomessi all’ideologia o al realismo paesaggistico o all’obbligo del doppiaggio
(neorealismo docet). Inoltre, potrebbe spingere sceneggiatori, registi e produttori cinematografici a dare il
primato alle strutture narrative, invece che alle velleità autoriali, sovente così mal riposte. Come del resto si
faceva una volta quando tutti o quasi gli attori cinematografici arrivavano dal palcoscenico (almeno nei film di
“genere”: melodrammatici, avventurosi, comici o da “commedia all’italiana”, che fossero) e proprio per loro si
scrivevano i film e s’impostava lo sguardo della cinepresa.
Ora, da un po’ di tempo in qua, dopo una parentesi (con poche eccezioni) durata alcuni decenni, accade che la
diffidenza tra cinema e teatro tenda a venir meno: palcoscenico e
schermo cessano di essere alternativi e tornano timidamente a considerarsi complementari.
E questo non può che far bene al cinema italiano, come lo aveva fatto a quello hollywoodiano con l’avvento del
sonoro, o continua a farlo ancora oggi a quello inglese, tedesco o francese.
Ma da dove arrivano questi nuovi attori di una generazione post-divistica?
Si diceva, dalle Scuole di Recitazione. E tra queste un ruolo determinante lo ha per riconoscimento diffuso la
Scuola
del Teatro Stabile di Genova, dove pur non si insegna direttamente a fare del cinema, ma sicuramente s’impara a
recitare senza enfasi e senza birignao, puntando sempre sulla concretezza del dire e del fare. Appunto perché si
formano
soprattutto degli attori, addestrandoli in primo luogo a interpretare dei personaggi.
È dalla Scuola di Genova che provengono attrici e attori quali
Sara Bertelà (
Il mio migliore nemico
di Carlo Verdone) o
Gianluca Gobbi (capace di trascorrere senza imbarazzo alcuno dai film dei Vanzina a
quelli di Davide Ferrario, da
La febbre di D’Alatri alla bulimica guardia svizzera di
Habemus
Papam) o
Fabrizio Contri (
Il volto di un’altra di Pappi Corsicato e tante fiction tv). Ma anche
il lanciatissimo
Flavio Parenti - recente primo attore della miniserie di Pupi Avati,
Un matrimonio,
e già visto visto in ruolo da protagonista in
Parlami d’amore e
Un altro mondo di Silvio Muccino,
Colpo d’occhio di Sergio Rubini,
Il sangue dei vinti di Michele Soavi,
Io sono l’amore di
Luca Guadagnino,
Le ombre rosse di Citto Maselli,
To Rome with Love di Woody Allen e l’ancora
inedito
Goltzius and the Pelican Company di Peter Greenaway – o molti comici sulla cresta dell’onda (anche
cinematografica) quali
Paolo Kessisoglu e
Luca Bizzarri o
Carla Signoris e
Maurizio
Crozza, sino agli ancora poco noti (cinematograficamente parlando)
Antonio Zavatteri (
Un
giorno speciale di Francesca Comencini),
Alberto Giusta (
Giorni e nuvole di Silvio Soldini),
Lisa Galantini (
Il gioiellino di Andrea Molaioli) e
Dario Aita (
La prima linea di
Renato De Maria).
L’elenco potrebbe essere molto lungo, ma tra gli attori di solida professionalità cresciuti
a Genova e aperti alla prospettiva della ricerca del nuovo – dal teatro al cinema, ma in alcuni casi anche dalla
televisione al web – vanno almeno segnalati anche
Fausto Paravidino, che oltre a essere un autore drammatico
di notorietà internazionale è anche regista cinematografico (
Texas) e attore in numerosi film, e
Valerio
Binasco, il quale nel 2007 mise in scena un film rimasto senza distribuzione (
Keawe) e negli ultimi
tempi trascorre agilmente dalla regia teatrale all’attività di interprete sia sul palcoscenico che sul set (basti
citare, tra gli altri,
Lavorare con lentezza di Guido Chiesa,
La bestia nel cuore di Cristina
Comencini,
Un giorno perfetto di Ferzan Ozpetek e
Noi credevamo di Mario Martone).
Proprio con Binasco,
FilmD.O.C. si è soffermato a discorrere sul
rapporto che esiste
tra
la
Scuola di Recitazione dello Stabile di Genova e il cinema. «Molti registi di cinema che conosco - osserva
Binasco - hanno un misto di paura e di disprezzo per quello che loro pensano sia un modo di recitare “teatrale”,
tanto che li ho visti scartare attori anche bravi solo perché avevano un curriculum troppo sbilanciato verso il
teatro. Ma di quelli che arrivano da Genova invece si fidano, perché, dicono “non sembrano attori”. E lo dicono come
se fosse un complimento». Lo spartiacque è offerto da quello che si suole chiamare “concretezza” e su cui s’insiste
tanto alla Scuola di Genova. «Credo però che sarebbe un grave errore – puntualizza Binasco – pensare che ci sia una
concretezza che va bene per
tutto, sempre. La recitazione viene chiamata “concreta”, mi pare, quando instaura
un rapporto credibile con le parole che l’attore dice, e con le azioni che compie: cioè,
quando l’attore “fa” credibilmente quel che deve fare. Ma anche parlare, beninteso, al cinema come a teatro è
un’azione, esattamente come un’altra. Il lavoro dell’attore, che non è misurabile né prevedibile, consiste nel
tenere in perfetto equilibrio il dire e il fare. In mezzo infatti non c’è niente: al cinema come a teatro, che pur
sono così diversi».
Dal punto di vista di un attore quali sono queste differenze? «Se potessi cavarmela con una
battuta, direi la noia. Fare un film può essere terribilmente noioso. Il teatro è un gioco, il cinema un mestiere.
Il teatro è continuità e “tenuta”, il cinema è “immediatezza” e perdita
di tempo». Puoi essere più specifico? «Gli attori di cinema, e ultimamente ne ho diretti
parecchi a teatro, non sono abituati a reggere la concentrazione a lungo, mentre gli attori di teatro sovente hanno
poca “immediatezza”.
In entrambi i casi, non è tanto un problema di talento, quanto di allenamento.
Personalmente, ho sempre cercato, come attore, di conciliare l’”immediatezza” del cinema
con la “tenuta teatrale”, e questo richiede certo una concentrazione enorme, come del
resto ben dimostra l’Actor’s Studio di Strasberg, che ha sfornato grandi divi del cinema
e ha cambiato la recitazione nel mondo, ma che era una scuola di teatro!».
Valerio Binasco sa molto bene che c’è sempre qualcosa di misterioso nel lavoro dell’attore
e, per evidenziarlo, cita Orson Welles che a tutti gli amici americani di passaggio in Italia
consigliava di andare a vedere Eduardo, ma aggiungeva subito:
«A teatro, però, perché il genio di quel prodigioso maestro dell’"underplaying” svanisce
quando recita in un film: sembra imbarazzato!»; oppure ricorda quello che gli disse un giorno Gabriele Lavia, dopo
averlo visto in un ruolo molto “non recitato”:
«Tu in realtà sei più istrione di me! Sei un gigione della sottrazione!». E per questo Binasco
aggiunge: «La recitazione teatrale è qualcosa che investe tutto il corpo. L’attore sente
fortissimamente che il suo corpo (di cui anche la voce fa parte) è immerso in uno spazio molto vasto. La recitazione
teatrale nasce in una strana festa dei sensi, alla quale partecipano il silenzio, la luce, il buio, i rumori della
platea, l’odore del ‘finto’ che circonda l’attore, il suono delle voci. L’attore in teatro sente il suo corpo come
un unicum espressivo. Al contrario quando io recito al cinema sento che tutto, prima o poi, arriverà a concentrarsi
solo sul mio volto. Il corpo è spesso poco più di un supporto per reggere la faccia, e siccome
io non ho un buon rapporto con la mia faccia ne consegue che non ho neppure un
buon rapporto con il cinema. Almeno come attore».
Perché come regista invece? «Paradossalmente, come regista teatrale mi
piace lavorare come se stessi facendo un film. Potrei dire che il cinema è il mio
maestro di sintesi, di unità di azione, e, soprattutto, di suspense. Cerco, come
posso, di stare alla larga dalle noiose seduzioni del didascalismo e del concettualismo
che sono le malattie del teatro, per andare diritto dentro la narrazione. Con
una battuta potrei affermare che faccio il teatro perché penso il cinema».
Ma proprio dal punto di vista della narrazione qual è la diversità tra cinema e teatro?
«Innanzitutto, come già accennavo, c’è il problema del tempo, che si riverbera inevitabilmente sui risultati. I
tempi di realizzazione del cinema sono infiniti, si misurano anche in anni, mentre a teatro tendenzialmente tra
il concepimento di un progetto e la sua attuazione trascorrono al massimo pochi mesi. La mia ispirazione (quando
c’è) si nutre di rapidità, di energie fameliche, proiettate in avanti. Non potrei mai lavorare a un’idea per due o
tre anni. Non potrei mai rinunciare a quell’ ampissimo margine di improvvisazione e di imprevisto che caratterizzano
un’opera teatrale mentre si compie. Poi, per dirla in modo più generale e più complesso, mi piace sottolineare che
il cinema e il teatro, nel profondo, sono meno parenti di quello che sembrano essere. Il teatro è fratello di
sangue dell’Epica. Il cinema lo è del Romanzo. Possono avvicinarsi solo in apparenza. Però possono rubarsi molti
segreti. Il teatro che mi piace, per esempio, usa molte tecniche narrative del cinema. Si
affida a composizioni di oggetti diversi e miscelati tra loro con furbizia sinfonica: la profondità di campo,
l’uso non didascalico delle musiche, la messa a fuoco, ecc.».
In questo hai dei maestri riconosciuti?
«Direi di no, anche se nella mia carriera ho e ho avuto molti maestri immaginati.
Ho, infatti, “immaginato” di imparare qualcosa da Charlie Chaplin (lo immagino ancora oggi) e per molto tempo sono
stato un allievo immaginario di Aki Kaurismaki; ma in realtà non sono stato veramente allievo di nessuno».
Quale film consiglieresti di vedere e rivedere a chi si accinge a fare la regia del suo primo film? «Nessun dubbio.
Luci
della città di Chaplin, ma la sua visione la consiglierei anche a chi si accinge a fare il suo centesimo film o
a chi non vorrà farne mai neanche uno».
Anna Laura Messeri, direttrice Valerio Binasco ex allievo e insegnante, Rachele Canella e Michele De Paola
allievi del terzo anno dell Scuola di teatro dello Stabile di Genova
Il
Teatro Stabile di Genova nasce nel 1951 ed è considerato uno dei più importanti Teatri Pubblici nella
storia italiana all’interno del quale sono rappresentate le produzioni più importanti di Genova. E’ situato nella
zona più centrale delle città ed è sede della prosa italiana e straniera. Al suo interno si trova una seconda sala,
ovvero il
Teatro Duse, luogo in cui vengono interpretati gli spettacoli prodotti sia a Genova sia fuori
città. Inoltre, sempre all’interno del Teatro è disponibile un nuovo spazio scenico creato tra il 2000 ed il 2001,
la
Piccola Corte, una sala che può contenere all’incirca 300 spettatori.
La Scuola di Recitazione dello Stabile di Genova
La
scuola prevede due differenti corsi didattici, il
Corso di Orientamento per attori e il
Corso di
Qualificazione Professionale per Attori. Il primo percorso dura 1 anno ed è totalmente a carico del Teatro
Stabile. Può essere frequentato da tutti coloro che vogliono mettere alla prova le proprie capacità artistiche e
prevede il rilascio di un
attestato di frequenza al termine delle lezioni.
Il
secondo training dura 1600 ore, è suddiviso in 2 anni ed è finanziato dalla Provincia di
Genova. E’ accessibile sia a coloro che hanno frequentato il corso di base sia a tutti quelli che possiedono una
buona preparazione teatrale. I posti sono a numero chiuso e comprendono da un minimo di 8 ad un massimo di 12
allievi. Al termine del corso è previsto un
esame finale che si svolge davanti ad una commissione nominata
dalla stessa Provincia e che dà diritto ad ottenere l’
Attestato di Qualificazione Professionale.
Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova
Indirizzo: Corso Buenos Aires 8/1 (Corpo basso B di Corte Lambruschini) - 16129 - Genova (GE)
Tel. 010 5342212 - 010 5342255 -
Fax010 5342514
http://http://www.teatrostabilegenova.it
scuola.recitazione@teatrostabilegenova.it
Orario: lunedì-venerdì 9.00-15.00
AREA DI INTERVENTO: teatro e formazione professionale.
Una parte significativa della storia del
Teatro Stabile di Genova è costituita dal lavoro di formazione di
giovani attori.
Già a partire dagli anni '60 il Teatro si dota di una
Scuola d'Arte Drammatica che sviluppa la propria
strategia didattica attraverso le esperienze di vari registi fra cui Mina Mezzadri, Carlo Cecchi, Marco Sciaccaluga,
Egisto Marcucci, Marcello Bartoli e Anna Laura Messeri.
Nel 1981 la scuola trova una stabile struttura didattica e organizzativa sotto l'egida della Regione Liguria e della
Provincia di Genova, costituendosi come
Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova, strutturata fino
al 1998 come Corso triennale di Formazione Professionale e dal 1999 come Corso biennale di Qualificazione
Professionale per cui, a fornire la formazione di base, provvede autonomamente il Teatro Stabile di Genova mediante
un Corso di Orientamento della durata di un anno.
Suoi direttori, Carlo Repetti fino al 1998 (con un breve intervallo fra il 1990 e il 1993 in cui è stato direttore
Marco Sciaccaluga), dal 1998 Anna Laura Messeri.
Il programma didattico prevede un impegno minimo di 5 ore pomeridiane, ogni giorno dal lunedì al venerdì; alcune
lezioni possono aver luogo anche la mattina o, eccezionalmente la sera. Quando è possibile alcune lezioni hanno
luogo anche in palcoscenico grazie al fatto che la sede della scuola si trova nello stesso edificio del teatro.
Le materie fondamentali per i due corsi sono: recitazione, dizione, educazione della voce e canto, tecniche
corporee, storia del teatro. Il Corso di Qualificazione ha inoltre Aikido.
Il corpo insegnante, formato da professionisti di lunga esperienza e attivi nel campo dello spettacolo. È fisso per
tutto l'anno nelle seguenti materie fondamentali: per Recitazione, che ingloba progressivamente la maggiore
percentuale delle ore di lezione fino a superare il 50% del totale, gli insegnanti sono Anna Laura Messeri e Massimo
Mesciulam (dal 2003 anche vicedirettore) coadiuvati - per determinati periodi - da collaboratori esterni
(principalmente Alberto Giusta); per Dizione Rachele Ghersi; per Educazione della voce e canto Silvia Piccollo; per
Tecniche corporee Alessandra Manari e Claudia Monti, per Aikido Daniele Granone, per Storia del teatro Renzo Trotta
e Aldo Viganò. Quando la disponibilità di determinati professionisti lo consente, sono previsti anche Seminari
specifici (tango, recitazione davanti alla telecamera, maschera, ecc.).
La linea didattica segue il principio della gradualità.
Corso di Orientamento
- Recitazione: per tutto il primo periodo il corso in questa materia è tenuto quasi esclusivamente da Anna Laura
Messeri. Le lezioni iniziano con esercizi mirati a liberare la tensione corporea e vocale e a sperimentare l'unità
organica di respiro, voce e gesto; quindi passano allo studio specifico della parola e alla gestione della frase.
Viene infine il momento-chiave della recitazione, l'esercizio del "palleggio" (così chiamato dalla Messeri) in cui
l'allievo viene sollecitato a mettere a confronto il dato soggettivo offerto dalla propria creatività con quello
oggettivo offerto dal testo scritto. In questo esercizio si focalizza la caratteristica della scuola la cui poetica
potrebbe riassumersi nella messa in pratica del concetto di azione in quanto risultante dalla dinamica dei rapporti.
Sempre all'interno di questa linea didattica, contributi successivi di altri insegnanti completano l'anno
scolastico.
- Dizione: esercizi di masticazione, di articolazione; ortoepia; regole di dizione. Lettura di brani di prosa.
- Educazione della voce parlata: comprensione fisica individuale del processo respiratorio e vocale: esercizi
specifici di base (postura, respirazione, muscoli, cavità, risuonatori). Concetto di risonanza e proiezione della
voce; la tecnica vocale da applicare a frasi, letture e poesie.
- Educazione della voce cantata: teoria musicale: solfeggi parlati e cantati. Esercizi di vocalizzazione su tutte le
vocali per aumentare l'astensione della voce e potenziare il volume. Primi esercizi di pratica vocale sia
individuale che corale.
- Tecniche corporee: coscienza corporea di base: esercizi e improvvisazioni sul ritmo, sullo spazio e sull'energia.
- Storia del teatro: i momenti fondamentali della storia del teatro europeo, dai greci ad oggi.
A conclusione dell?anno scolastico l'allievo dovrebbe essere in possesso dei "fondamentali".
Corso di Qualificazione
- Recitazione: addestramento nelle scene della drammaturgia progressivamente proposte dalle più semplici alle più
complesse. In una fase più avanzata si affrontano anche i monologhi. Il programma procede affidato a insegnanti e
registi ognuno propositivo di un personale modo di lavorare.
- Dizione di prosa e versi: principi della metrica italiana; lettura di composizioni in versi. Lettura di brani di
prosa di vario tipo.
- Canto: esperienze di canto polifonico; realizzazione di piccoli spettacoli cantati. Ricerca e studio del
repertorio individuale di brani cantati più confacenti alla personalità vocale dell'individuo.
- Tecniche corporee e danza: coscienza e controllo corporeo a livello avanzato, danza, composizioni su tema.
- Aikido: arte marziale finalizzata alla gestione dello spazio di "cadura" e all'uso delle armi.
- Storia del teatro: i temi fondanti della letteratura drammatica dal teatro classico al teatro moderno e
contemporaneo. Lo specifico teatrale attraverso le grandi poetiche: Aristotele, Diderot, Hegel, Stanislawskij,
Artaud, Brecht, Grotowski. La regia e le problematiche inerenti. Lettura di saggi e testi teatrali.
Oltre al lavoro strettamente didattico, il confronto col pubblico viene considerato una tappa importante del
percorso formativo. A questo scopo il frutto del lavoro sulla recitazione e sul canto viene periodicamente
presentato - nei locali della Scuola - agli insegnanti e allievi degli altri corsi al completo. Gli allievi del
Corso di Qualificazione Professionale inoltre presentano sui palcoscenici del Teatro Stabile e per più repliche, due
spettacoli: a giugno il saggio che conclude il primo anno del Corso di Qualificazione e a gennaio un'esercitazione
principalmente rivolta al mondo della scuola. Altro incontro avviene frequentemente con pubbliche letture su
richiesta di vari enti cittadini: Assessorato alla Cultura della Provincia di Genova, CGIL, Carlo Felice, Goethe
Institut, Biblioteca De Amicis, Associazione Pegliflora, Fondazione Casa America, InEdita-Salone dell'editoria
libraria, musicale e multimediale, Amici del Festival della Scienza, RAI TV. Tutte le letture sono a cura di Anna
Laura Messeri.
Al termine del corso il diplomato dovrebbe essere in grado di conoscere i problemi-base della comunicazione teatrale
e di orientarsi fra le molteplici esperienze che il mondo dello spettacolo potrà offrirgli.
Gli allievi hanno accesso gratuito a tutti gli spettacoli in cartellone del Teatro Stabile e godono di facilitazioni
presso altri teatri in città.
I diplomati hanno nella Scuola un punto di riferimento per inserirsi nella professione, sia presso la Compagnia
dello stesso Teatro Stabile che presso altri teatri, o nei casting cinematografici e televisivi.
La Scuola del Teatro Stabile di Genova ha il nome di Mariangela Melato
Genova - E' stata intitolata all'attrice
Mariangela Melato la
Scuola di Recitazione del Teatro
Stabile di Genova. Alla cerimonia hanno preso parte la sorella della Melato, Anna, e il presidente del consiglio
comunale di Genova, Giorgio Guerello, oltre al direttore dello Stabile, Carlo Repetto che ha ricordato Mariangela
Melato "non solo come una grande attrice, ma
soprattutto come una grande donna, che ha fatto un percorso di
strada con noi lungo venti anni. Mariangela ha sempre detto che questa scuola di recitazione era una delle migliori
d'Italia, e questo ci riempie di grande orgoglio".
Gli allievi della scuola di recitazione hanno ricordato l'attrice con alcune piece teatrali. Nel foyer del teatro
della Corte, inoltre, è stata
inaugurata una mostra fotografica dedicata all'attrice, nella quale sono
esposte le foto, le locandine e i manifesti dei quattordici spettacoli prodotti dal Teatro Stabile con la Melato
protagonista. "
Era una donna dalle scelte difficili - ricorda la sorella Anna - che si impegnava in tutto in
maniera straordinaria. Aveva una grande passione per la scuola di Genova, un grande affetto. E lei non era una
facile".